martedì 13 maggio 2008

Sul Grottaglie cala il sipario

Cala il sipario e il Grottaglie è soddisfatto. Ma non felice. Non può esserlo. Perché, nel riscontro positivo dei playoff, evidentemente, l’ambiente ci credeva. E neppure troppo segretamente. Ma il Barletta sancisce la superiorità espressa in campionato e ratifica la seconda posizione della regular-season. Con una prova, magari,non eccessivamente brillante. O, probabilmente, solo macchiata dall’inequivocabile supremazia territoriale della formazione di Del Rosso, così cristallina nella seconda frazione di gara e anche nei due tempi supplementari. Esattamente nel periodo in cui Chiricallo deve rinunciare ad un effettivo (Laviano si fa espellere a fine primo tempo). Diciamo pure, allora, che il Barletta approfitta del vantaggio di giocare a casa propria e per due risultati su tre e che, forse, non sembra aver ancora metabolizzato la delusione grande di una serie C lungamente inseguita, accarezzata e poi perduta. E diciamo anche che il Grottaglie si dota di discreta autorevolezza, provando a sovvertire il pronostico e la scala dei valori. Sognando per un certo periodo e ritrovandosi, invece, con l’eliminazione. Punto e a capo, dunque. La stagione finisce qui. In attesa di quel che dovrà essere. E di quello che la società jonica dovrà dimostrare di volere. E sì: è logico attendersi, di qui a poco, un’evoluzione delle strategie del club. Chiamato, adesso, a dare compiutezza al progetto. I mesi che verranno, cioè, serviranno a capire se il Grottaglie vuole (e può) decollare. E’ chiaro, serviranno investimenti: perché il progetto va sostenuto. E non può semplicemente autoalimentarsi. Davanti, il presidente Ciraci (o chi per lui) ora trova un bivio: di qua c’è il rampantismo un po’ incosciente che tanto ci piace e che sa regalare una buona scorta di soddisfazioni, ma non la felicità. E di là c’è il rivolo delle ambizioni, che non è affatto obbligatorio cullare. Ma che, di contro, non potranno essere neppure solleticate dalle dichiarazioni più ottimistiche: perché, altrimenti, il rischio di abbagliare e illudere potrebbe diffondersi. Ingiustamente. Quelle ambizioni forse incautamente pubblicizzate (e immediatamente ritrattate) agli albori di questo campionato. Ambizioni che, parlando seriamente, la logica non avrebbe potuto supportare troppo a lungo. E che, in assenza di una rivisitazione dell’organico, non potrà sostenere neanche nel campionato che verrà.