mercoledì 7 maggio 2008

Il Martina e la rinuncia che irrita

Il Martina che rinuncia ad onorare l’ultimo match di campionato infastidisce. Il Pescara, innanzi tutto. E anche comprensibilmente: gli abruzzesi perdono le ultime speranze di agganciare i playoff, dove invece arriva il Perugia, beneficiando dello zero a tre guadagnato senza giocare al “Tursi”. La delusione altrui va contemplata e rispettata. Così come l'irritazione. Soglia, il presidente del club adriatico, non si ferma qui, però. E, al Martina, chiederà la copertura dei danni economici: come da comunicato stampa diffuso. Difficile, però, quantificarli: soprattutto perché non sapremo mai se il Perugia, in valle d’Itria, avrebbe perso o paggiato, disperdendo così l’ultima chance. E, se è vero che le diverse motivazioni edificano la differenza, è anche arduo pensare a queste due eventualità. Con tutto il rispetto che tributiamo al Martina: oltre tutto, ancora più triste abbacchiato dalla vicenda-Lanciano. Il forfait di domenica deciso da Chiarelli, poi, solleva la reazione piccata di Abete, numero uno della Federcalcio: «Non è il club pugliese – detta il presidente – a essere stato danneggiato dalla presenza in campionato del Lanciano. Semmai lo sono quelle società che, ad inizio della stagione tuttora in corso, avrebbero potuto approfittare del ripescaggio a seguito dell’eventuale esclusione degli abruzzesi». Sbagliato: l’illecito amministrativo (perché di questo si tratta) del Lanciano è stato svelato a campionati partiti e, dunque, abbondantemente oltre la composizione dei gironi. E, se così non fosse, l’intera vicenda assumerebbe contorni ancora più foschi. Scoprendo retroscena ancora più gravi. Significherebbe, cioè, aver ammesso al campionato il Lanciano (ma anche la Torres, ad esempio) pur conoscendo la natura illegale della pratica di iscrizione. E, a questo punto, non confessiamo neppure quello che ci piacerebbe non voler credere.