mercoledì 11 marzo 2009

Beretta, tutto previsto

Tutto previsto. Il Lecce si fa male pure con la Reggina e Beretta paga i limiti altrui (di chi scende in campo) e, ovviamente, quelli propri (le numerose variazioni tattiche adottate negli ultimi tempi, ad esempio, lasciano pensare). Scontando, se volete, anche la volontà della tifoseria: e, perciò, l’ormai larga impopolarità. Via Beretta, ecco De Canio. Punto e a capo. Verso l’obiettivo minimo, che è poi quello massimo: la salvezza. Avversata, oggi, da uno scoramento dilagante, che male si coniuga con la reale posizione di classifica, tutt’altro che irrimediabile (la soglia di sicurezza è sempre vicinissima, dopo tutto). Preoccupa, piuttosto, quell’atmosfera mesta che stagna attorno all’ambiente. E preoccupa quell’aria da resa quasi incondizionata che avvolge la squadra, ormai da parecchio. Non ci sono progressi: tecnicamente e non solo tecnicamente, nell’ultimo mese il Lecce si è progressivamente impoverito. De Canio, allora, eredita una classifica fastidiosa, ma non ancora compromessa. Ma anche una condizione psicologica da risanare: una verità che, più di ogni altra, ha defenestrato Beretta, allenatore di una squadra moribonda (parole di patron Semeraro). Un’accusa precisa, un verdetto già scritto.