venerdì 13 marzo 2009

Una storia senza buon senso

Questa è una storia sommersa. Una storia di semplice definibilità. E di cattiva gestione. Dove si assenta il buon senso. Oppure, è una storia di scarsa intelligenza regolamentare. Dove difetta il coraggio: di ravvedersi e ammettere l’errore. Una storia al termine della quale il protagonista dovrebbe essere fermato, definitivamente: non per la distrazione (quella va perdonata), ma per l’incapacità di volervi rimediare. Sentite: a Gioia del Colle, un paio di domeniche addietro, la squadra di casa (campionato di Prima Categoria) sostituisce un under con un altro under. Rispettando la norma. Il direttore di gara, tuttavia, trascrive male, ratificando la sostituzione dell’under con un senior. E, dunque, regalando la vittoria a tavolino all’incolpevole (e neanche tanto felice) Casamassima. Il reclamo è inoltrato, prontamente. Ma la Commissione Disciplinare non può modificare nella sostanza la prima decisione del giudice sportivo: perché l’arbitro conferma la propria versione. Azzerando, di fatto, le riprese filmate allegate dalla società gioiese. E aprendo un nuovo caso, che inquieta. Non fosse altro perché stabilisce una volta di più l’impotenza degli organi giudicanti, anche di fronte ad una prova provata. Il Gioia, dunque, perde il ricorso e un punto in classifica: che, magari, non inficerà sulla classifica finale. Ma che abbruttisce il concetto di regolarità del torneo e di trasparenza delle normative. Certo, il punto sottratto al Gioia e i due accollati al Casamassima non turberanno neppure troppe coscienze: la Prima Categoria è una cosa piccola e interessa pochi. E’ calcio da scantinati, tanto peggio per chi ci vive dentro. Non meravigliamoci, però, se gli addetti ai lavori e la gente della strada restano sempre più diffidenti nei confronti della categoria arbitrale e delle modalità con cui amministra l’espletamento della propria funzione. Avversata, nel dilettantismo pugliese, in questa stagione, da sussurri antipatici e poco edificanti. E non meravigliamoci del malanimo che alberga e, talvolta, divampa sui campi di casa nostra. Contro il quale le frasi didascaliche e le parole sensate si sbricionano inutili. Scontrandosi col vento.