martedì 17 marzo 2009

Gallipoli, leadership in comproprietà

Ci sono momenti in cui occorre accettare di rigiocarsi la credibilità e affrontare le avversità del campionato. In cui il Gallipoli deve inghiottire l’amaro e ripartire. La sconfitta dolorosa di Arezzo appiattisce la classifica (ora il Crotone di Moriero è lì, a condividere la leadership), ma piove quando il pareggio appare saldamente tra i piedi di Mounard e compagni. Certo, il posticipo è di approccio impegnativo: la gente di Giannini, pressata ed aggredita, si protegge a lungo, deve arginare la verve toscana, lavorare con fatica, spezzare il ritmo altrui. La novità tattica (Ginestra è temporaneamente dirottato tra le linee) si scontra con le esigenze di presidio e tamponare non è semplice: eppure, nel passaggio più delicato del match, il Gallipoli resiste con dignità. Quando, però, è tempo di reagire (o quando l’Arezzo è obbligato a decelerare), il collettivo jonico certifica di poter anche mordere e, comunque, di poter guadagnare campo. Cioè di appropriarsi delle operazioni. Saper soffrire e saper riorganizzarsi: certe volte è fondamentale. Eppure, nella parte di gara più felice, Baclet sfugge al dispositivo difensivo e il Gallipoli cede. Anche perché il tempo per ridiscutere il risultato è davvero limitato. Zero a uno: e pagina girata. Niente di irreparabile, ovviamente: purchè la squadra sappia assorbire l’ematoma, ribellarsi al contrattempo e smaltire velocemente la delusione. La qualità del gioco non era e non è un problema. Piuttosto, questo è il momento di aggrapparsi al carattere e alla personalità. Perché arriva sempre il giorno in cui la credibilità diventa un bene da difendere e conservare.