sabato 21 marzo 2009

Lecce, mentalità cercasi

Sta lavorando, De Canio. Lontano dal pessimismo e dalla rabbia di Lecce. Lontano, il più lontano possibile, dall’epicentro della polemica. Sta lavorando sull’erba di Martina, cercando coesione, tranquillità e chiarimenti tattici per una squadra che non risponde alle sollecitazioni. E che frana. Il ritiro in Valle d’Itria si esaurisce oggi. E domani è di nuovo campionato: ad incrociare i tacchetti di Castillo e soci c’è l’Atalanta. Ed è di nuovo sofferenza. A proposito: il tecnico, in settimana, ha sottolineato l’esigenza di dover assaltare l’avversario, di segnare, di aggredire la situazione. Solo segnando, ci si può salvare. Solo segnando, si può vincere. E’ vero. Non esiste alternativa: soprattutto a questo punto del cammino. In cui, nei bassifondi del torneo, imparano a collezionare punti quasi tutti. Neanche il pareggio paga, come dimostrano i recenti, ma effimeri, progressi del Torino. Sperare, allora, significa proporsi. Scrollarsi, cioè, quella patina di indifferenza (o di impotenza) che aveva accompagnato il Lecce dalla soglia del centroclassifica alla lotta più calda. Battagliare vuol dire provarci. E cambiare la mentalità.