venerdì 3 aprile 2009

Il Manfredonia e le prime risposte

L’ostacolo è aggirato. Ma l’obiettivo è ancora lontano. Saltare l’ostacolo, però, lascia immagazzinare un po’ di fiducia. Il Manfredonia, dicevamo, non possedeva il potere di scelta. Non c’era alternativa al successo sull’Isola Liri: e i luoghi comuni, per una volta, non c’entravano davvero. Perché gli scontri diretti servono a rivalutare un momento storico, a modificare le impressioni. Solo se si vincono, ovviamente. Quattro a uno: vittoria larga e anche inequivocabile. Non solo nel punteggio: ma anche nella sostanza. Prova convincente: che fornisce alcune chiavi di lettura. Ci soffermiamo sulla più evidente: i rinforzi più recenti (recenti, si fa per dire: la campagna di rafforzamento è già antica di due mesi) cominciano a carburare. O, quanto meno, a distribuire alcune risposte. Adesso, se non altro, qualcuno lotta con e per il collettivo. E qualcun altro s’incarica delle proprie responsabilità. Un nome su tutti: Gaetano Romano, sinceramente indefinibile, sin dal suo arrivo in riva all’Adriatico. Ma anche Sifonetti, più scaltro di qualche tempo fa. Il Manfredonia non poteva (e non può) prescindere da certi uomini. E averli ritrovati (definitivamente?) aiuta a riacquisire il buon umore. E poi, altrettanto sinceramente: proprio il Manfredonia, tra tutte le formazioni che a gennaio si erano rinforzate, non aveva legittimato gli investimenti di metà stagione. Strano. E anche imbarazzante: per i protagonisti del campo e per i vertici del club. Ieri (l’anno scorso e anche in estate) accusati di eccessivo immobilismo e oggi colpevoli come tutti gli altri. Ma, forse, un po’ meno di altri.