lunedì 6 aprile 2009

Il prezzo della pressione

Il dispiacere di Cava dei Tirreni (storia dell’altra domenica) fa mugugnare per una settimana interna e, forse, stordisce (o ferisce) pure di più. Il Gallipoli, che già in Campania aveva smarrito la vetta, capisce di avere perso automaticamente anche un po’ di lucidità e molta brillantezza. Se ne accorge incrociando i tacchetti con la Ternana, al Bianco, sette giorni dopo. L’approccio è difettoso e faticoso. La verve di sempre sembra evaporata. La squadra non si sparge sul campo come sa fare. Il suo calcio non è aggressivo come in altre situazioni. E il successo arriva a rimorchio della sofferenza e del sudore, quando la squadra di Giannini impara che, ormai, è tempo di affidarsi essenzialmente alla concretezza e di adeguarsi alle esigenze del torneo, per niente disposto ad attendere. Non è un momento facile, evidentemente. Però, il Gallipoli lotta sino in fondo. Consapevole del proprio ruolo e di quello che l’attende. Consapevole della pressione che l’ambiente e le contingenze gli stanno riversando e gli riverseranno ancora, sino all’ultimo minuto della regular season. Il tecnico, a match appena consumato, lo ammette candidamente. E, probabilmente, inaugura (realisticamente) un ciclo nuovo, ammiccando a nuove priorità. A questo punto della stagione è sempre così, in qualsiasi categoria. Eppure, proviamo già un po’ nostalgia per quel Gallipoli sanamente spregiudicato. Che, magari, si è abituato e ci ha abituati ad un certo trend. E che, proprio con certe caratteristiche, si è costrituito un campionato e un sogno.