venerdì 24 aprile 2009

Ma a Crotone serve il vero Gallipoli

E’ bello, il Gallipoli sicuro di sé. Il Gallipoli che impone e che s’impone. Che gioca come sa. Con la caratteristiche con le quali è stato pensato e costruito. Il Gallipoili che non teme, che aggredisce, che dispone del campo. O che s’industria per ricavarsi le zolle utili a costruire il suo progetto. Il progetto di Barba, il progetto della serie B: ancora vicino. Anzi, ancora più vicino, dopo il successo sul Benevento, che – oltre tutto – sembra sancire l’eliminazione diretta dei campani dai giochi per la prima piazza. Successo legittimo. E, per questo, abbondantemente gravido di messaggi che inducono all’ottimismo. Soprattutto perché si sposa con la contemporanea indecisione del Crotone, che inciampa a Sorrento, formazione democratica che non concede sconti alla capolista di turno. Sulla costiera cadde il Gallipoli (un brutto Gallipoli) ed è poi caduta anche l’undici di Moriero, per niente più convincente: episodio che appiana certe cose, restituendo a Ginestra e compagni la leadership. In attesa della domenica più importante, la prossima. La domenica di Crotone-Gallipoli, appunto. La domenica che potrebbe delineare la gerarchia. O che potrebbe non farlo. Seminando, in ogni caso, qualche indizio necessario per capire il futuro immediato. La gente di Gianni, in Calabria, non si gioca tutto, ma si gioca molto. Ed è consapevole dell’importanza dell’appuntamento. Un bene, probabilmente: perché questo collettivo avverte la tensione delle sfide importanti, come il campionato pare aver già chiarito in un paio di circostanze. Perché questa squadra sembra non poter prescindere dagli stimoli forti. La sfida, oltre tutto, arriva al momento giusto: parla la classifica e, immaginiamo, anche la condizione psicologica dei due organici. In Salento, magari, si avvertirà una certa apprensione: ed è pure normale. Il Gallipoli, lontano da casa, spesso si blocca. Si incarta. Anzi: il Gallipoli visto ultimamente a Sorrento, oppure a Cava, non possiede molte speranze di resistere. Meglio abituarsi all’idea e farsene una ragione. Meglio prepararsi. Invece, il Gallipoli che s’impone, il Gallipoli sicuro di sé è un’altra cosa. Quello e solo quello fornisce garanzie. Quello e solo quello può rifinire il progetto. E rispettare la promessa. Anche se le promesse, ora, non valgono più. Adesso, valgono le gambe, i muscoli e, innanzi tutto, la testa. Qui si fa il Gallipoli. O si recrimina.