giovedì 30 aprile 2009

Fasano, questa è la dimensione

La salvezza è custodita, da tempo. Custodita e inattaccabile. Ma certi languori devono spegnersi davanti alla realtà. Il Fasano avrebbe anche pensato alla griglia dei playoff, per un momento. Pensato, senza toccare. Ma scivolare in casa e, poco più tardi, accontentarsi di un pareggio inutile sul terreno del già retrocesso Venafro non edifica la causa e non appaga l’appetito popolare. Anzi, solleva nella gente la stizza dell’occasione perduta. E decurta dal bagaglio della formazione di Maiuri qualche aggettivo benevolo speso nel cammino. Nessuno, però, ci ha riflettuto e ci riflette. non è che, a questo Fasano, l’orgoglio comune dell’appartenenza abbia chiesto qualcosa di più? Sicuri che la squadra non abbia saputo produrre più di quanto potesse? Non è che, magari, il potenziale della squadra dovesse assicurarsi il traguardo di partenza e nient’altro? L’ambiente, piuttosto, si conforti. Con quel che ha avuto, con quel che ha. Il calcio non è il campo dei miracoli. E neppure la palestra dei desideri irrealizzabili.