domenica 26 aprile 2009

Il traguardo attende il Bari

E’ vero, l’aritmetica non conforta ancora. Ma non riusciamo a capire come il Bari possa perdere la serie A in prima battuta, ovvero al termine della stagione regolare. Tredici punti sul Livorno e sul Brescia, a cinque partite dalla chiusura del torneo, sono un’assicurazione solidissima. E poi è la rabbia quasi vandalica di questa squadra (quattro a uno sul campo dell’Albinoleffe, dopo i tre gol imposti all’Ancona, il martedì precedente) che infonde sicurezza. Il Bari, digerito l’episodio scabroso del San Nicola con il Parma, non frena affatto. Anzi, si abbatte sull’avversario, su qualunque avversario, stritolandolo. Divorandolo. E il suo caudillo, in campo, si chiama Barreto, definitivamente esploso nella manche di ritorno: venti reti, molte delle quali decisive. E anche esteticamente appaganti: particolare che non guasta. Tutt’altro. Inutile ripetersi: l’ingranaggio è assolutamente lubrificato. La squadra di Antonio Conte è puntuale, chirurgica, affamata, irruenta, inarrestabile. Perché è la sintesi migliore di motivazioni, orgoglio, cifra tecnica e impostazione tattica. Cioè, un collettivo equilibrato. Così equilibrato da permettersi quattro punte vere, tutte assieme. Così equilibrato da permettersi una dote di vantaggio che potrebbe persino attirare un fisiologico rilassamento, senza antipatiche controindicazioni. Ma questo Bari è vivo. E, onestamente, non riusciamo a intravedere il pericolo di un calo di tensione. Anzi, tra otto giorni la gente che tifa potrebbe già festeggiare la promozione , contro l’Empoli. Il traguardo è lì, ad aspettare il Bari. E il Bari non può più attendere se stesso.