domenica 6 settembre 2009

Due presidenti e un futuro difficile

A questo punto, dovremmo pensare che gli equilibri – all’interno del Taranto – siano fortemente lesionati. A campionato appena cominciato. In coda alle parole dei vertici societari, che scaricano (anche legittimamente) ogni responsabilità attuale e futura al tecnico e a rimorchio delle frasi nervose di Braglia, che minaccia la truppa, si inseriscono le dichiarazioni di D’Addario e, quindi, quelle del direttore generale Iodice. D’Addario, presidente al cinquanta per cento, comunica il malessere e si fa ufficialmente da parte. Dopo essersi già abbondantemente defilato: dai salotti televisivi e dalla quotidianità degli eventi. Svelando la propria, differente idea di conduzione di un club. Che non è quella di Blasi, cioè l’altra metà della proprietà. Perché differenti sono i personaggi. E differente è la filosofia di gestione. Filosofia che passa attraverso gli accordi di sponsorizzazione, i rapporti con l’ambiente, le istituzioni e le altre società, la prima squadra e il settore giovanile che ancora non c’è. La specificità di ciascun carattere, dunque, avrebbe già consunto i rapporti. O, almeno, negli ultimi tempi avrebbe corroso il feeling tra i due personaggi. Negli ultimi tempi o persino prima: perché sapevamo di alcuni problemi sorti sin da Chianciano, in pieno ritiro-precampionato. «Non possono coabitare due presidenti», dice oggi D’Addario. E, modestamente, l’avevamo abbondantemente previsto su queste colonne, a patto appena siglato. Malgrado Iodice si sia spesso affrettato a respingere ogni illazione. Per poi rispondere piccato alle accuse neppure tanto velate di D’Addario. A questo punto, sì, la gente che tifa non sembra godere del diritto di attendersi settimane tranquille. Malgrado la situazione sia suscettibile di sviluppi. Legati, appunto, alla nuova posizione assunta dall’imprenditore tarantino. Uno che – ci risulta – ha investito tempo ed economie nel nuovo progetto. Un progetto che, altrimenti, non sarebbe decollato neppure. Uno che, perciò, farà fatica a rimanere appartato. E senza del quale verrebbe a crollare quel castello di garanzie faticosamente affrancato al nome del Taranto.

E, infatti, nel corso della mattinata, si sparge sulla città la novità: Blasi lascia e D'Addario rileva l'intero pacchetto di quote azionarie. Una soluzione che la tifoseria gradisce. L'unica soluzione possibile per cancellare le ruggini di troppi mesi e per riavviare il processo di consolidamento (tante volte interrotto) tra il calcio jonico e la città.