lunedì 28 settembre 2009

Lecce, quale obiettivo?

In una settimana (tre punti a Modena nel turno infrasettimanale e altri tre a domicilio, sul Mantova che prima passa e poi si piega, ieri) il Lecce autorizza a rivedere i giudizi già spesi sul proprio stato di salute e ravviva l’anonimato della classifica. De Canio, in coda all’ultimo match, racconta di un centrocampo asfissiato che non riesce a distribuire il gioco sempre e comunque, ma sottolinea anche le ritrovate virtù gladiatorie di una squadra sin qui troppo borghese e, quindi, avulsa dall’atmosfera che si respira in serie B. Il processo di ambientamento al clima del torneo, del resto, non è un dettaglio da sottovalutare: se il collettivo comincia a rispondere a determinate sollecitazioni, aumentano le possibilità di riacquisire spessore nella corsa ad una delle piazze che conducono ai playoff. Obiettivo da cui il trainer materano non si è dissociato, senza però enfatizzarlo. Probabilmente, l’operazione strategica che – in questo momento – ripara il Lecce dall’esposizione mediatica, ma che non salvaguarda la sete di protagonismo della tifoseria e che non riaccende l’entusiasmo in una città calcisticamente spenta e spesso demoralizzata, se non depressa. O la conferma di un antico sospetto: De Canio, forse, fatica ancora a decodificare il gruppo che guida. Tanto da non potersi o volersi sbilanciare. Tanto da non fidarsi sino in fondo: lui per primo. Tanto da consigliare a se stesso di aspettare, prima di dichiararsi definitivamente. E tanto da apparire, davanti ai microfoni, troppo pensieroso, quasi svagato. O, magari, reticente.