lunedì 28 settembre 2009

Il Brindisi e il derby finito prima del tempo

Il Brindisi possiede personalità. E anche mentalità. La manovra, nel derby di Monopoli, è salda. Cerca con insistenza Moscelli, anche se poi segna Da Silva, uno che sembra già perfettamente integrato nel dispositivo offensivo allestito da Massimo Silva (il paulistano si inserisce, fa spazio alle proposte altrui, dialoga). Peraltro, a vantaggio acquisito, il più equilibrato 4-4-2 (in fase di non possesso la squadra si avvale di un centrocampista vero come Pizzolla) che sa trasformarsi però in 4-3-3 insiste. Insegue, cioè, il raddoppio, portando palla: e il dettaglio non può passare inosservato, sino a piacere. Il Brindisi, anzi, appare persino più lucido, più scaltro. E lo stesso pareggio monopolitano, avvenuto a primo tempo ancora vivo, non sottrae nulla alla bontà del concetto. Semmai, è la lievitazione avversaria a ridurre il campo a Fiore e soci. Che, comunque, sembrano poter mantenere atteggiamenti e movenze convenienti sino in fondo. Eppure, la sensazione è che, ad un certo punto, il Brindisi decida di limitarsi ad un presidio vigile e a qualche incursione (operazione condivisibile), ma pure di accettare prima del tempo un pareggio che indubbiamente va bene a chiunque. Privandosi così della possibilità di recuperare qualche metro perduto. Traducendo: il giudizio complessivo tiene conto di un Brindisi solido dietro, versatile nel mezzo e pericoloso davanti. Ma pure di un’occasione non disputata sino in fondo. Solo il tempo, adesso, potrà chiarire: se il punto di Monopoli è utile così com’è, oppure no. Ma un’impressione di incompletezza, oggi, rimane.