sabato 12 settembre 2009

Lecce, pareggio di transizione

Il pareggio della transizione. Da una condizione di disagio ad uno schiarimento dell’orizzonte. Il Lecce che pareggia a Modena nell’anticipo del venerdì è una squadra che non graffia eccessivamente, ma che tiene. Che si dà. Che, quantitativamente, risponde alla chiamata di un campionato tradizionalmente amico di chi sa soffrire e disputarsi il risultato. La stanchezza accumulata nelle gambe di Giacomazzi e compagni spiega il dispendio di energie e l’abnegazione del collettivo al servizio della causa comune. E i crampi diffusi testimoniano il sacrificio del gruppo. Ovviamente, però, il Lecce sembra ancora lontano dall’idea di partenza di De Canio e, soprattutto, dell’opinione pubblica. Il rovescio della settima precedente (sconfitta scabrosa rimediata di fronte al Frosinone, edificata innanzi tutto su un calo atletico assai evidente) non è, del resto, ancora definitivamente assorbito. Il Lecce, cioè, sembra ancora rincorrere se stesso. E una propria fisionomia, cioè un calcio più continuo e sostanzioso. Sapendo perfettamente che la serie B attende qualcosa di meglio. Qualcosa di più.