domenica 13 gennaio 2008

Il Martina si smonta

Il Martina è sempre più prosciugato. Il virus della rescissione del contratto si propaga, allargando la preoccupazione. L'organico a disposizione di Camplone è sempre più magro, più indifeso. E la strada verso il futuro, semmai ci sarà, diventa un tratturo di schegge. La fuga sembra il prologo della fine: di tutto. La società non c'è più e non c'è più nemmeno la squadra. Ma c'è ancora un campionato teoricamente aperto, ma soffocato dalla recessione. Dopo Iennaco, Arias, Musca, Mancini, Ligori, Cazarine, Bruno, Moresi, Nielsen, Castiglia e Guariniello, parte anche Mancino: uno che possiede piedi buoni e che, a Martina, non ha riscosso la fiducia che avrebbe meritato. Con lo stesso Camplone, ma anche con Pellegrino e il suo predecessore Pensabene. Trovando un minimo di conforto solo in Brini, nell'ultima parte del campionato passato. Mancino è, con Bruno, una perdita vera, più dolorosa delle altre. Continuamo a ritenere che avrebbe potuto contribuire attivamente al progetto di salvezza: giocando, magari, nel proprio ruolo, quello a ridosso delle punte. Dove quasi mai ha potuto giostrare in due anni. Un motivo in più, chissà, per abbandonare la Val d'Itria.