venerdì 18 gennaio 2008

Quelle voci di corridoio

Le voci di corridoio circolate il mese scorso, magari, non mentivano. Il Martina, cioè, veleggiava nel mare della crisi, ma cavalcandola. Progettando un’epurazione di massa di dipendenti (i calciatori, costretti a rescindere il contratto o a trovarsi una nuova destinazione) e facilitando il contenimento dei costi di gestione. Operazioni, del resto, puntualmente avvenute. L’epurazione, certo, avrebbe poi superato le proporzioni previste: o forse no. Questione di angolazioni. Ma il fine sarebbe stato raggiunto. A costo di rischiare un’altra crisi, quella di nervi. E di perdere lo scontro diretto di Castellamare di Stabia, affrontato con la formazione “Berretti”. Eppure, l’eventualità (rifondare i quadri tecnici e poi ricostruire: la migliore possibile, se vogliano) era stata superata nei fatti dalla realtà: perché, appunto, proprio venerdì scorso il club di via D’Annunzio avrebbe consigliato i pochi superstiti del gruppo di Camplone a rinunciare al match contro la Juve Stabia. Innervosendo (e non poco) il trainer. Ma quelle voci di corridoio, ora, tornano prepotentemente attuali: non si spiegherebbe, altrimenti, la decisione di spedire a Benevento, per l’impegno di Coppa Italia, anche Bedin, Falzone, Armenise, Gambuzza, Guariniello e Pirchio. Cioè i superstiti. E non si spiegherebbe neppure il contatto avuto dal presidente dimissionario Chiarelli con Luca Evangelisti, direttore sportivo appena liberato dal Taranto. Che, per la cronaca, ha confermato la trattativa. Pensandoci bene, però, sono parecchi i dettagli oscuri. E confessiamo di capirci poco. Ma crediamo che anche i massimi vertici societari (o gli ex massimi vertici societari? Ci piarebbe acclararlo) abbiano attraversato ore confuse, fornendo versioni sempre diverse e controverse. Poco male, però, se la confusione dovesse essersi davvero diradata. E se alcune questioni fossero state infine limate. Di fronte al baratro, anche questi sono dettagli. E le incertezze, in certi casi, si possono perdonare più facilmente. Intanto, però, abbiamo imparato a non fidarci. E attendiamo sviluppi. Con o senza l’intercessione di sindaci, ex sindaci e la benedizione di Pellegrino, allenatore della prima ora.