sabato 26 gennaio 2008

Un problema in più, un pensiero in meno

La Caf emette l’ultimo verdetto: sconfitta a tavolino e tre punti alla Massese. Per il Taranto è un problema in più e, paradossalmente, un pensiero in meno. Davanti, ora, c’è solo il futuro e nessun’altra distrazione. Rimangono, tuttavia, altre controindicazioni: ad esempio, le incognite sul futuro dello stadio (occorre intervenire sulla struttura, l’amministrazione comunale non può) e, dunque, del calcio sui due Mari. Poi, c’è l’umore discontinuo del suo massimo dirigente, Luigi Blasi, e il suo rapporto (insanabilmente?) deteriorato con una larga fetta di ambiente (tifoseria, opinione pubblica e stampa). E, ancora, continua a divampare la guerra santa tra informazione, controinformazione e psuedo-informazione. Particolare importante: le parti schierate non circumnavigano più i fatti, ma adesso li determinano. E potremmo continuare: il tecnico Cari, per dirne una, possiede sempre meno estimatori. Sicuramente tra la gente e gli opinionisti, forse anche all’interno dello spogliatoio. La squadra non ha ancora assimilitato i dettami tattici, si involve puntualmente e, quando si risveglia, si esprime autonomamente, fuori dagli schemi, inseguendo il proprio istinto e il proprio patrimonio tecnico, scollegato da qualsiasi progettualità (è accaduto a Gallipoli, è storia). Di più: va ancora appianata la situazione che gravita attorno al nome di De Liguori (autoesiliatosi e pronto a cambiare maglia) e anche quella che interesssa Cejas (nebulosa, oscura). E, se diversi protagonisti del campo hanno navigato nel mare dell’insoddisfazione, altri hanno masticano amaro e costituiscono adesso una minaccia (Barasso, nuovamente preferito a Faraon in base al concetto di buon vicinato e di convenienza mediatica). Altri ancora, infine, avrebbero probabilmente preferito traslocare in altre piazze: e, invece, proseguiranno l’avventura sullo Jonio. Piaccia o non piaccia. Può bastare?