mercoledì 18 giugno 2008

Foggia, una pagina nuova

L'accordo ufficiale tra il Foggia e Raffaele Novelli, coach rampante che ama lavorare con giocatori motivati dalla gioventù e dalla prospettiva di crescere, è un messaggio trasparente, inequivocabile. In Capitanata, la pagina è definitivamente girata. La spesa, da qui in poi, sarà limitata. Il club opererà sul mercato, ma con oculatezza. E si sgraverà di vecchi contratti e vecchi cognomi. Il Foggia si rinnoverà, puntando su forze da sgrezzare, o quasi. Su gente che vuole arrampicarsi. Rischiando, ovviamente. E, probabilmente, rinunciando un altro anno alla scalata verso la B, che è poi il pensiero unico dell’ambiente tutto. Inseguendo, magari, quel progetto sposato dal Manfredonia, dodici mesi fa. Manfredonia che affidò la conduzione tecnica proprio a Novelli: a cui non bastarono buoni propositi e coraggio per salvare la panchina, a campionato non ancora completamente compromesso. Il Foggia, ovviamente, progetta un epilogo diverso da quello della formazione sipontina: e, per questo, confiderà in una gestione meno sfacciata di quella ipotizzata da Pavone. Cioè: i giovani vanno bene, purchè si incrocino con una dose di esperienza che li faccia lievitare. Comunque, è tutta un’altra storia. Del resto, il recente divorzio da Galderisi implicava un’inversione di strategia. Che non sottintende, però, un temuto depauperamento delle basi economiche del club, come il presidente Capobianco ha voluto opportunamente sottolineare: e questo è un dettaglio gradito. Foggia, però, non è Manfredonia. E, soprattutto, andranno tenuti in debita considerazione gli umori della piazza. Che, in una città di solida tradizione calcistica, contano. E come. Soprattutto, quando i conti si sviluppano anche al botteghino. La società, allora, dovrà lavorare con decisione, convinzione, rigore. Da sùbito, ma sino in fondo. Senza cadere nel fossato dei ripensamenti, che sono più perigliosi di una progettazione innovativa. Ovvero, senza cedere alle pressioni. Che, prima o poi, pulseranno: garantito. E tappandosi le orecchie. Il vecchio Sud è tana di passioni e fuoco sacro. E sul pallone, si sa, non si transige.