domenica 1 giugno 2008

Il clima caldo dei due Mari

Taranto – Ancona è solo la manche di andata della finale playoff di C1. Che, tuttavia, sembra addirittura più delicata di Ancona – taranto, il ritorno. Proprio allo Iacovone, oggi, davanti alla sua gente, la squadra di Cari incontrerà il dovere di imprimere alla doppia sfida un’impronta vincolante e di approfittare delle proprie qualità d’assalto, che poi costituiscono la polizza migliore in prospettiva immediata. Crediamo sempre che il Taranto sia più temibile quando libera l’estro, quando deve inventarsi la partita, miscelando forza e istinto. Esatto, perché – più che ragione – il collettivo che mira dichiaratamente alla B è istinto: peculiarità pesante nel momento del bisogno, quando occorre addizionare quel qualcosa in più che solitamente, a giugno, è persino complicato incrociare. E siamo pure convinti che il Taranto si sia mentalmente preparato a un certo tipo di gara: ovvero, quella più congeniale alle proprie caratteristiche. Magari, però, un clima vagamente più rilassato avrebbe potuto assistere più compiutamente le iddee e, dunque, la causa. Le dichiarazioni rilasciate in settimana da Colombini, uno che alla squadra sin qui, ha offerto molto («La società non mi ha proposto il rinnovo contrattuale; dopo i playoff saluto e vado via»: questo il senso, parola più, parola meno) e, soprattutto, la nuova, forzata, inutile, stucchevole polemica spuntata tra il club di via Umbria e l’amministrazione comunale bimare (che, ricordiamolo ancora, deve fronteggiare situazioni più delicate e urgenti della questione-stadio, con tutto il rispetto per il calcio, il Taranto, la sua dirigenza e la sua tifoseria) disturbano un po’. O, se non danneggiano, infastidiscono. La situazione, però, è ormai antica: la Taranto Sport, dimostratasi nel tempo un soggetto vincente, deve guadagnarsi ancora – sul campo – i pregi della diplomazia e, innanzi tutto, della simpatia. Monete spendibilissime, prima o poi: più di quanto si possa essere portati a credere.