domenica 8 giugno 2008

Una favola senza morale. E senza risposte

Il contatto virtuale (e, forse, neppure quello: un sms non aperto o non ricevuto non può esserlo) tra Lorenzo Sanz e Vincenzo Matarrese è solo l’ultima favola estiva. Buona a concentrare le attenzioni sul Bari, questo sì. Buona a rivitalizzare le chiacchiere della gente. Buona a colorare gli umori della folla. Buona a vivacizzare le colonne di un giornale. E buona a far sapere che il Bari è ancora un club appetibile: da chi ce l’ha e da chi non ce l’ha. Al di là delle intenzioni di rilevare o apparire soltanto. Al di là delle intenzioni di abbandonare o riprogettare. La trattativa tra l’ex presidente del Real Madrid e l’attuale padrone della società di via Torrebella muore prima di cominciare. Travolta, se non dai sopsetti, dalle diffidenze. E da certe ruggini ancora recenti, che sporcano il pedigrée di mediatori e portavoci. Ostacolata da troppi difetti di comunicazione: insoliti, in questi tempi sacrificati alla sete di comunicazione. Liquefatta tra dichiarazioni più o meno felpate, frasi mozzate (e, comunue, mai dirette), appuntamenti sfuggenti e mai consumati. Di fatto, Sanz e Matarrese non si vedono e non si sentono. Giocano le intenzioni, vere o presunte. Si agitano i malumori. Ma il confronto non c’è. Abbattuto da un iter burocratico un po’ irrituale e persino suggestivo. Come in certe favole calcistiche. Dove, in fondo, non c’è una morale, ma solo la notizia. Il Bari, cioè, resta nelle mani di chi c’era. Continuando a gardare avanti. Per esempio, ad una programmazione nuovamente aggressiva: appena abbozzata, ma già convincente. Con la notizia, però, fatichiamo a trovare la risposta (o le risposte) che cercavamo alla vigilia di un incontro solo lontanamente sfiorato: Sanz avrà voluto davvero comprare? E Matarrese davvero vendere? Scavando, però, la risposta potrebbe persino emergere. Ognuno, anzi, potrà costruirsi la sua. Noi, che non siamo così presuntuosi, invece non la azzardiamo. Abbiamo capito troppo poco. O abbastanza.