venerdì 13 giugno 2008

La facilità del Lecce e i momenti inopportuni

Sembra addirittura tutto facile. Vittoria a Pisa, conferma (in casa) nel ritorno, nuovo successo a Bergamo. Il Lecce sprinta felice e scavalca ogni ostacolo del percorso playoff, mirando assai concretamente alla promozione. E, comunque, più di quanto qualsiasi osservatore avrebbe osato pronosticare. Sembra tutto facile: ma, sicuramente, non lo è. Solo che la lucidità mentale e le prove caratterialmente ineccepibili del complesso gestito dall'esperienza e dal realismo di Papadopulo complicano puntualmente i disagi attuali delle concorrenti: arrivate in fondo al viale con un affanno sconosciuto, in precedenza. Il Lecce, invece, no. Il Lecce appare vaccinato alla tensione, muscolarmente ancora affidabile. Gara dopo gara. E non importa chi giochi. Se Diamoutène, rientrato dal Mali, sia disponibile oppure no. E non importa quale atteggiamento strategico adotti il tecnico: a Bergamo, meroledì sera, è riemersa la difesa a quattro. Che non ha modificato la resa. E neppure importa se, agli orobici, siano stati tributati un paio di quarti d'ora di circolazione di palla, che è sinonimo di supremazia territoriale, ma non di miglior perizia balistica. Come è ormai abitudine, il Lecce attende, tampona, frappone i suoi equilibri e confida nelle virtù realizzative dei suoi attaccanti. E, se non bussa Titibocchi, provvede Abbruscato. Papadopulo, poi, possiede sempre i ricambi per accelerare. Mutari rileva Budyanski, accrescendo la vivacità del collettivo. Che, alla fine, soffre quanto è legittimo soffrire. Anzi, pensandoci bene, assai poco. Il coach, semmai, sbuffa di più davanti a microfoni e stilografiche, quando occorre confrontarsi con la stampa. Perchè inopportunamente (e ingenerosamente) sta soffiando il vento di Gianpiero Ventura, che radiomercato vorrebbe trasferire da Pisa al Salento. Papadopulo, piuttosto, vorrebbe proseguire il lavoro in Puglia. Soprattutto adesso, che la serie A è indiscutibilmente vicina. Una domanda, intanto, sorge spontanea: ma è proprio questo il momento di parlare di cambi di panca, prossimi ed eventuali? E, innanzi tutto: a chi conviene?