giovedì 19 giugno 2008

Grottaglie, avanti adagio

Ciraci abbandona e, con lui, parte anche il ds Borsci. E il Grottaglie torna interamente a Pino Settanni, il patron che ama delegare la presidenza. La risoluzione del rapporto era ormai scontata, ma (almeno apparentemente: tuttavia, non custodiamo motivi per dubitarne) si consuma senza sollevare polemiche e arrecare traumi. La vita continua: anche se, inevitabilmente, il club sarà obbligato a ridimensionare il ventaglio dei propri desideri. Sempre che non arrivino nuovi stimoli, ovvero nuovi finanziatori pronti ad affiancare chi c’è gia. Nessun problema, però: a Grottaglie si può vivere tranquillamente (e onorevolmente) anche galleggiando in serie D. Che poi è la collocazione più esatta per la realtà cittadina e la dimensione più credibile per la storia della società. Senza offesa alcuna. Sognare costa e, oltre tutto, nel dna del sodalizio è ormai radicata l’esigenza di valorizzare quanto si crea in casa: malgrado la cura del settore giovanile, ultimemente, sia stata allentata un po’. Di più: la passione popolare si racconta in qualche centinaia di presenze domenicali, sui gradoni del “D’Amuri”: quanto basta per non avventurarsi troppo. Grottaglie, piuttosto, è un esempio di come fare calcio a queste latitudini, in questa categoria. Da anni. E non ci dispiacerebbe di riapprezzarlo ancora (e a lungo) per la sua peculiarità più evidente. Privarsi delle ambizioni, certo, può essere triste. Molto più triste, invece, sarebbe il ricordo di un’esperienza felice e svanita sotto la pressione degli appetiti. A Grottaglie, comunque, si ragiona. E ogni pericolo è valutato attentamente. Anche se la saggezza può immalinconire qualcuno.