giovedì 26 novembre 2009

Casarano, l'aria è cambiata

Cinque partite vinte, una dopo l’altra, aiutano chiunque. Anche il Casarano, sin qui bisognoso di parecchia rabbia spendibile e, adesso, un po’ più ispirato sull’erba di casa e pure su quella altrui. Una quindicina di punti in tempi brevi cambiano la classifica: è lapalissiano, sin troppo ovvio. Quasi alla metà del cammino, così, la squadra affidata al chiacchieratissimo Salvo Bianchetti muta i suoi orizzonti e comincia a riconsiderare certi argomenti accantonati per un po’. Il successo di Caserta, domenica scorsa, fortifica la bontà del momento storico e restituisce alla truppa il piacere di sentirsi nuovamente padrona del proprio destino. La Virtus autoritaria del Pinto, anzi, raccoglie tanti consensi e si ritrova a navigare nella zona playoff. Niente di meraviglioso, sia chiaro: ma, considerate le premesse, è già molta roba. Soprattutto se confrontiamo le differenze numeriche tra i salentini (ventidue punti, malgrado la partenza pessima) e il Neapolis, vice capolista a quota trenta. O il leader Sant’Antonio Abate (trentadue). Lo svantaggio - sembra strano, ma è vero – è complessivamente contenuto. Merito di un livellamento deludente e di una diffusa sofferenza: due elementi che aiutano a rilanciare una squadra - il Casarano, appunto – ritrovatasi nelle difficoltà e, ora, finalmente sostenuta dalla lievitazione di alcuni suoi singoli (D’Anna, Leopizzi, Bonaffini, lo stesso Villa ed altri ancora). Oggettivamente, però, questa Virtus non sorprende: soprprendeva, semmai, quella del recente passato. Ma a questo gruppo è giusto, prima di sbilanciarsi troppo, chiedere conferme. Ovvero, è giusto sincerarsi di un dettaglio: l’exploit è passeggero, oppure sul Casarano si può davvero contare? E, allora, facciamo così: attendiamo l’esaurimento del girone di andata (cinque match) e poi ne riparliamo seriamente. Ma l’aria, attorno alla gente di Bianchetti, è cambiata. E certi segnali non vanno sottovalutati. Mai.