lunedì 30 novembre 2009

Il miglior Taranto non basta

Tra il Taranto e la vittoria di pregio c’è un gol (di Scarpa) al limite dell’offside, che – però- fuorigioco non è. Il direttore di gara cade nell’equivoco e il Verona scansa il primo dispiacere esterno. E, infine, c’è anche una traversa, a partita praticamente consumata: che disperde la maggiore applicazione della formazione di Brucato, finalmente competitiva (è, probabilmente, la migliore versione stagionale). Sfugge il risultato massimo, resta la prestazione: rassicurante, nel complesso. Perché il Taranto assume la fisionomia di un collettivo: dettaglio che è, poi, un obiettivo datato. Malgrado un avvio generoso, eppure affaticato in fase di realizzazione. E sì: Migliaccio e compagni spingono, ma faticano ad arrivare in fondo (difettano l’ultimo passaggio e l’affondo vincente). Ma il Taranto è podismo e dinamismo: spende tanto, obbligando tuttavia la formazione di Remondina a rincorrerlo. Il Verona punta ad una gara di presidio vigile, imbastisce qualche ripartenza acuta, si mantiene sufficientemente alto: però, in fase di possesso, offre meno di quello che la posizione di classifica occupata dovrebbe promettere. La pressione jonica, inequivocabile, si attenua nella ripresa: quando i veneti cominciano ad occupare meglio gli spazi, sottraendoli all’avversario. E quando, comunque, sgorgano le occasioni più succose. Il successo, alla fine, non stonerebbe affatto. Ma non arriva: e il quartiere dei playoff si allontana un altro po’. Patron D’Addario, comunque, al novantesimo è ugualmente soddisfatto. E lo è anche Brucato (questa però, non è una novità). Se non altro perché il nome di Bortolo Mutti smetterà di circolare. Per qualche giorno, nella peggiore delle ipotesi.