martedì 10 novembre 2009

Taranto, tre punti di notte

Il Taranto di notte sa anche vincere. Non era mai accaduto. Ma il successo sulla Cavese (cercato, inseguito) è sofferta più di un po’. E neanche ipotizzabile, a prima frazione di gara ormai consumata. Tanto da scoraggiare anche l’ottimismo del presidente D’Addario, che fugge via prima del tempo. Molto prima che Correa trasformi in gol uno degli ultimi assalti alla porta campana. Molto prima che il sudamericano dia forma, senso e sostanza alla sua prestazione insipida. E prima che la Cavese rinunci definitivamente ad accettare un confronto franco, aperto: accontentandosi del minimo (non ancora) garantito. Condizione che spinge la squadra di Brucato a far circolare il pallone di più e meglio. E a impossessarsi di un match nato zoppo. E sì, perché il posticipo del lunedì ripropone da principio l’equivoco tattico dal quale il Taranto, tre mesi dopo l’avvio del torneo, non sa ancora uscire. La presenza di tre mediani (Mezavilla, Quadri e Giorgino) e di un fantasista (Correa) e la contemporanea assenza di un catalizzatore di gioco che sappia dettare i tempi obbliga la difesa jonica a scavalcare con calci lunghi la mediana. Puntualmente. L’insicurezza di molti singoli e la carenza di soluzioni, poi, fanno il resto. Corona, ultimamente criticato, gioca di sponda per chi non c’è. O per chi non si fa trovare. E Russo, il ragazzino emerso nelle ultime settimane, non può accollarsi il peso specifico delle speranze, davanti. Infine, l’assetto difensivo è permeabilissimo, soprattutto a sinistra. L’ultima mezz’ora, però, addolcisce certi giudizi. Anche se non soddisfa troppi quesiti. Ai quali il trainer, blindato dal recente allungamento del contratto, dovrà - prima o dopo – cominciare a rispondere. In attesa della revisione dell’organico, a gennaio. Perché i tre punti di notte non sbarrano la strada ad una rivoluzione di metà stagione che sembra avvicinarsi sempre più.