mercoledì 4 novembre 2009

Il Bari e quelle occasioni sprecate

La sconfitta di Parma e i punti persi sul campo della Sampdoria strattonano i pensieri più nobili del Bari e spiegano che la squadra di Ventura è fondamentalmente immatura per sognare traguardi particolarmente eccitanti. Eppure, di Gillet e soci è lecito continuare a dir bene ed è giusto sottolineare ancora la freschezza di un collettivo nato in estate per sopravvivere ai rigori dell'inverno e, invece, sùbito autorizzato a requisire i riflettori del campionato. Ma, sul Bari, cominciano a pesare tutte quelle occasioni perse per strada. E non solo domenica scorsa (penalty fallito al fotofinish, vantaggio successivamente raggiunto e polverizzato dal discutibile e discusso intervento del direttore di gara). Il trainer, candidamente e legittimamente, si permette poi di tornare ad imprecare su risultati che la logica porterebbe a santificare: come quell’altro pareggio ottenuto sul campo del Milan, per esempio. All’improvviso, cioè, Giampiero Ventura e la sua gente scoprono di doversi dolere, invece di potersi rallegrare. E i conti non tornano. Il Bari si accorge allora che, alla sua classifica, manca qualcosa. E già si preoccupa di poter rimpiangere, domani, quel che ha perso per strada. Così, la soddisfazione si trasforma nell'anticamera dell'insoddisfazione. Ci sembra, però, che di più questa squadra non possa pretendere da se stessa. E che, forse, converrebbe cominciare ad accontentarsi. E godere sino in fondo di questo stato di salute, di queste conquiste. Per non correre il rischio di doversi lamentare, prima o poi, dei piaceri innegabili che il ritorno in serie A ha riservato all'intero ambiente. Il gioco è pericoloso. E l’appetito degli affamati, molto spesso, è parente stretto dell’ingratitudine popolare.