martedì 3 novembre 2009

Noicattaro, il successo non deve fuorviare

La prima vittoria. E l’abbellimento della classifica. Il Noicattaro raggiunge contemporaneamente due obiettivi. E guarda al domani con più fiducia. Che poi è la fiducia dei risultati. Quella che vale tanto quanto la fiducia nelle proprie possibilità (ma qui il discorso cambia: c’è il successo, ma certe ombre persistono). Il suggerimento, allora, è quello di non lasciarsi fuorviare eccessivamente da quello che è lo score finale e di lavorare ancora. Per evitare che, nel futuro prossimo, succeda quello che sarebbe potuto accadere ieri: e che, cioè, un’affermazione limpida possa trasformarsi all’improvviso in un pareggio psicologicamente catastrofico. ll suggerimento, sì, è quello di attenersi alle indicazioni della realtà. Che parla di novanta minuti in cui Zotti (due gol e buone proposte, peraltro enormemente facilitate dalla svogliatezza e dagli imbarazzi dell’intero assetto difensivo dell’Igea Virtus) e soci dispongono della palla e del gioco dal primo al trentesimo minuto della ripresa: secondo più, secondo meno. Ma anche dell’incapacità di gestire il doppio vantaggio su un’avversario scarico, privo di cattiveria agonistica, incerottato e indubbiamente arrendevole. Traducendo, la possibile vittoria larga (il Noicattaro potrebbe portarsi sopra di tre lunghezze: anzi, sarebbe l’ipotesi più semplice, più credibile) rischia di diventare un pareggio inimmaginabile. E, comunque, l’ultima fetta del match diventa un’attesa nervosa del fischio di chiusura. Che segue di pochissimi minuti il sigillo del tre a tre, invalidato dal direttore di gara tra le proteste siciliane. Ecco, è la gestione delle ultime battute il nemico più perfido del Noicattaro: particolare emerso già di fronte al Siracusa e in altre occasioni. Un nemico che nasce, evidentemente, dalle paure congenite e dalle insicurezze. Che, ovviamente, generano amnesie e disagi. Intanto, attendiamo di sapere quanto vale il risultato di domenica: perché non possiamo disconoscere che il Noicattaro sembra dilagare quando la resistenza dell’Igea si sfarina totalmente per limiti propri. E perché non è logico fidarsi delle apparenze dettate da un risultato felice, ancorchè insindacabile. Chi ha visto la partita, concorderà.