mercoledì 26 novembre 2008

Il Lecce non combatte più

Il Lecce denso e intenso non c'è più. Quello anche un po' sparagnino e vigile, risoluto e concreto di una volta è sfumato. E' distante il tempo in cui anche le formazioni più pregiate, incontrandolo, sudavano. Eppure, non sono passati troppi giorni. La conferma arriva nell'ultima domenica: la Roma scende in Salento, passeggia tranquilla e vince largo. La formazione di Beretta lascia fare, si fa aggredire e non aggredisce, poi si inabissa. La fase attiva è assolutamente insufficiente: le statistiche parlano del quarantacinque per cento di possesso palla. E le operazioni di difesa sono troppo tenere: l'avversario chiude il match in fretta. Non indispettisce tanto il risultato, quanto l'applicazione al match e la svagatezza mostrata. Il Lecce non combatte più: è questo è il dato che preoccupa. Perchè, se manca la verve e la cattiveria, non esiste una salvezza peraltro già ritenuta possibile. Il Lecce, all'improvviso, si è sgonfiato. Anche se sembra difficile crederlo. Anzi, si diffonde un timore: che possa essersi imborghesito. E, se così fosse, il fatto diventerebbe serio.