sabato 8 novembre 2008

Numeri, non opinioni

Il peggiore attacco di tutti i campionati professionistici non è un’opinione. E’ un dato certificato. Che aiuta a comprendere. E che non assolve. Anche se, più volte, la squadra riesce ad esprimersi, cioè a pensare e imbastire. Come domenica scorsa. E come in altre occasioni: grantiscono le cronache. Tre gol segnati in dieci partite, però, illustrano meglio delle parole. E il Manfredonia, con questi numeri, non può attendersi niente di più e niente di meglio. La caduta (la quinta stagionale) ad Isola del Liri trascina la formazione di D’Arrigo nei bassifondi (più due sull’ultima della classe, la Vigor Lamezia). E l’immensa gioventù dell’organico, da sola, non può giustificare il dato. Non può giustificarlo in ogni circostanza, almeno. Intanto, la consapevolezza di non sembrare poi così deboli potrebbe illudere la squadra e la società. Potrebbe deviare il discorso, sbiadire quelle che sono le priorità. Le priorità che andranno affrontate, nel mercato di riparazione. Senza che il progetto giovane corra il rischio di svalorizzarsi. Oggi, del resto, il Manfredonia è un club economicamente sano. E, per questo, può operare con maggiore tranquillità. Annientando il pericolo di rivivere il dramma dello scorso campionato. E quell’involuzione ripida e veloce di dodici mesi fa.