venerdì 9 gennaio 2009

Chiameteli miracoli, se volete

Punto a capo. Con entusiasmo. Anche accessivo. Rileggere la cronaca spicciola di un’amichevole di metà settimana qualsiasi (contro il Noicattaro) per credere. E per meravigliarsi: non eravamo più abituati ad un feeling così profondo tra la tifoseria del Bari e la sua squadra. L’assalto affettuoso della folla, protetto dalle forze dell’ordine, insegna però alcune cose: che, magari, alla gente basta anche sognare, prima ancora che vincere. Che non è poi così difficile ricostruire i ponti distrutti nel passato più recente. E che la sessione suplettiva del mercato può incendiare la piazza e, chissà, diventare il carburante necessario per accelerare: dentro il campo e pure fuori. Dove, cioè, si fabbrica l’atmosfera delle imprese migliori. La formazione di Antonio Conte riprende il cammino, incrociando (domani) la Salernitana. E, contemporaneamente, si ritrova nelle condizioni ambientali più adatte per tonificare il morale. Condizione invidiabile, senza dubbio alcuno. Merito anche della spinta emotiva trascinata dal ritorno sull’Adriatico di Lanzafame, artigliere che dovrebbe garantire qualche punto in più, da qui alla fine del torneo. E degli altri spifferi di mercato, ovviamente. Al di là degli ingaggi (possibili) di Carobbio o di Calaiò, la società sembra decisa a potenziare l’organico. E, più di tutto, sono inequivocabili i sorrisi ritrovati (e le parole) di Matarrese, presidente armato di uno spirito nuovo. Che, ormai, ha promesso ulteriori investimenti. E che, ora, non potrà tirarsi indietro. Non dopo il bagno di folla all’antistadio. Non dopo l’esplosione d’affetto. Chiamateli miracoli, se volete.