lunedì 5 gennaio 2009

Fasano, meglio in dieci

Meglio in dieci contro undici. Meglio nella seconda porzione di gara. Perché Pisano, imperdonabile, si fa cacciare a primo tempo in corso. Meglio più tardi, perché più denso, più unito, più laborioso, più concreto. Il Fasano si fregia di un punto nel derby che sta perdendo senza potersene dolere troppo. Nel derby che il Francavilla si sta costruendo. Nel cuore di una gara approcciata senza identità. E il punto, alla fine, ci sta: perché il calcio non regala nulla a chi spreca più volte il raddoppio. Cioè alla squadra di Francioso. Piuttosto, facciamo ancora fatica a capire perché il Fasano entri in gara puntualmente tardi. E perché mostri gli attributi a partita ormai matura. Perché, cioè, la personalità fiorisca solo quando il risultato è scomodo. Quella personalità che Rufini, il suo uomo di maggior carisma ed esperienza, sembra aver conservata e messa da parte. Non è più quello che ricordiamo, il capitano: forse anche perché ridimensionato da ordini superiori.-Non è più il mediano di grinta, contrasto, carattere e temperamento. E, troppo spesso, assiste, invece di partecipare. L’ex presidente D’Amico, in tribuna, a inizio stagione perse la scrivania di diesse per aver deciso di tagliare un paio di pedine: una era proprio Rufini. E, probabilmente, quest’occasione gli avrà rafforzato certe convinzioni, che non erano quelle della tifoseria e, va detto, neppure di questo blog. A proposito: il secondo epurato di D’Amico si chiamava Pisano: nel derby, il difensore rischia di complicare il percorso della squadra, conquistando il cartellino rosso. E, a novantesimo appena scoccato, nell’area degli spogliatoi (istigato oppure no: le versioni contrastano, ma il discorso non cambia), aggredisce Galeandro, con conseguenze riparate nella locale struttura sanitaria. Rovinando l’atmosfera complessivamente cordiale, scalfendo la soddisfazione per il punto intascato e guadagnando la probabile denuncia penale. Che potrebbe anche trasformarsi in Daspo: gli ingredienti ci sono tutti.