venerdì 30 gennaio 2009

Grottaglie, progressi vanificati

Il Grottaglie ferisce se stesso e annacqua ogni sintomo di progresso. Così, all’improvviso. E annienta buona parte del buon umore ritrovato. Aveva imparato a correre, a lottare. A disputarsi ogni metro di campo. Ad aggredire. Ricevendo, in cambio, attestati di buon comportamento ed assicurazioni tangibili dalla classifica. Storia di poco tempo fa. Poi, il risveglio brusco: sconfitta a Sant’Antonio Abate e, sette giorni dopo, pari ruvido e affaticato sul campo di casa, di fronte alla versione lucana del Francavilla. Dino Orlando, il coach, non ha elemosinato attenuanti e non ha neppure nascosto il bagaglio delle preoccupazioni. Perché, semplicemente, la squadra – in due gare di fila – ha praticamente vanificato gran parte dei vantaggi collezionati nell’ultima parte del girone di andata. Una squadra – proviamo a interpretrare il momento storico – che, probabilmente, ha creduto di poter abbandonare la ricetta più genuina per inseguire la speranza di ottenere il meglio con i metodi antichi, già bocciati dal passato recente. Provando a giocare come non deve. Come il campionato ha decisamente sconsigliato, sin qui. Credeva, il Grottaglie, di aver colmato il gap. Oppure, di sentirsi in diritto di prescindere da certe virtù belliche. Sbagliando, evidentemente: e cadendo, probabilmente, nel peccato di supponenza. Con il quale è difficile salvare la categoria.