mercoledì 5 dicembre 2007

La scommessa del Manfredonia

Tanti fischi e pure qualche insulto. Persino normale, quando il risultato non conforta la gente sugli spalti. La reazione alla sconfitta (contro il capolista Sassuolo, oltre tutto) degli affezionati del Manfredonia è istintivamente comprensibile, ma non può essere razionalmente sottoscritta. Per un unico motivo: le modalità con cui è stata costruita la squadra e disegnata la stagione. Squadra, quella di Novelli, aggrappata ad un gruppo di giovani economicamente sostenibile. A misura di serie C. E di una realtà di provincia, che non si alimenta di evidenti risorse finanziarie, nè di una alta densità di abbonati, nè di proventi televisivi. Che deve necessariamente lottare. Questo era e questo dovrebbe restare il progetto (intelligente) della società, conosciuto da tutti e già approvato, anche dalla tifoseria: che va rispettato per non morire, prima o poi. Come va rispettata la squadra, che ha scommesso su se stessa. E, allora, l'idea va sostenuta: sino in fondo, comunque vada. Sperando, perchè no, in qualche aiuto della sessione invernale del mercato. Un aiuto che non tradisca il progetto, è chiaro. Ma le difficoltà incontrate dal Manfredonia erano già scritte: e tutti avranno immaginato i rischi, prima di partire. Contestare proprio ora non va bene.