venerdì 28 dicembre 2007

Ritorno al passato

Dicembre, prima di eclissarsi, ci restituisce un Taranto che non sa aministrare il potere. O meglio, che non sa miscelare il carburante dell’entusiasmo, che non sa approfittare del momento felice. La formazione di Cari, invece, ha saputo governare l’emergenza (o le emergenze): abbastanza bene, anche. E ha veleggiato con sicurezza per un po’: arenandosi presto, comunque. Perché, forse, non c’è ancora un rapporto di dipendenza tra l’articolazione di un calcio affidabile nel tempo e le potenzialità del gruppo. E tra l’atteggiamento tattico di una prestazione e l’altra. E perché, probabilmente, nel dna del collettivo c’è ancora un’approssimazione di fondo. Non è una novità, ma quasi una certezza. Il Taranto che aveva cominciato a convincere, a San Benedetto non c’era più. E l’irregolarità del percorso non aiuta ad accumulare fiducia. Ma, soprattutto, questa squadra ha consumato un intero girone, quello di andata, e due match della manche di ritorno senza saper catturare il cuore della gente. E, in una piazza particolarmente sensibile a qualsiasi umore, il dato non possiede secondaria importanza. Anche se la città e la tifoseria dimenticano in fretta gioie e dolori. Magari, basteranno un paio di buoni risultati, a gennaio. E molto carattere. Ma la domanda è: il Taranto ne possiede?