martedì 12 febbraio 2008

Il Foggia, adesso, c'è

Il Foggia si lascia comprimere, ma reagisce. Si allunga e poi esplode. Nella notte di Cittadella addiziona tranquillità, freddezza e geometrie: attende e colpisce, controlla e sguscia. Il posticipo diventa un balcone con vista sulle prospettive, il simbolo del riappropriamento di un’identità. Il punto di ripartenza. Tratteggiato dai volti nuovi di gennaio, il brasiliano De Paula e il fantasista Mancino, troppo spesso sottovalutato a Martina. Ma è anche la partita della concretezza di Coletti, mediano di sostanza che si immola per la causa (doppia ammonizione e espulsione, a ventuno minuti dallo stop), e di Galderisi, trainer che parla quando è necessario e sempre con prudenza. Oppure la partita di Lisuzzo, che stoppa sulla linea di porta le speranze di rimonta dei veneti, o di Agazzi, che frena gli ultimi spiccioli d’orgoglio avversario, o del sacrificio di tutti a presidio del risultato. Più semplicemente, è la partita del Foggia, operaio e concentrato, motivato e riciclato. Che, infine, apre la finestra sui playoff. Ben venga, a questo punto, la continuità: ma il Foggia, adesso, c’è.