venerdì 29 febbraio 2008

Il rischio necessario

La politica della valorizzazione di un patrimonio tecnico dichiaratamente più giovane (e del contenimento dei costi di gestione) è una strada necessaria: proprio là, dove non transitano mecenati e gruppi finanziari poderosi, dove la quotidianità è il pericolo, è il pensiero fisso. E’ una necessità intelligente: perché in provincia è difficile resistere. Ed è un percorso persino redditizio, soprattutto dalla terza serie in giù: purchè si miscelino buon senso, pazienza, coraggio, lungimiranza. Purchè esista un programma. Non è detto, però, che questa politica paghi: cioè, occorre rischiare. Scommettere su se stessi. Accettare la sfida. Anche perché, alla distanza, non c’è alternativa. Né per la società, né per la tifoseria. Altrove, ormai, il concetto si è radicato e consolidato. A queste latitudini, dove la pressione popolare conta e influenza, ancora no. E l’idea naufraga: diventando l’anticamera del burrone. E’ successo recentemente a Martina. E sta accadendo anche a Manfredonia. Dove la gente si è stancata di rischiare e attendere, contestando apertamente il progetto e, soprattutto, la classifica. E dove il presidente Ricciardi è disposto a salutare, lasciando gratuitamente il club. Il problema è che, dopo Ricciardi, potrebbe non esserci nessuno. Come non potrebbe esserci nessuno dopo Cassano, a Martina. E, allora, tre (a Manfredonia) o sei anni (in Valle d’Itria) di C1 potrebbero essere diventati un lusso inutile, pronto ad evaporare. E la C2 un palcoscenico neppure troppo scontato. Qualcuno, intanto, ha ipotizzato: meglio l’Eccellenza da protagonisti che una C arrugginita. Non sottoscriviamo: se non altro, perché l’Eccellenza (a vincere) costa quasi (o quanto) un campionato di C. Chidetelo al Barletta, al Monopoli, al Brindisi: che l’Eccellenza, ultimamente, l’hanno vinta. O al Casarano di questi tempi e al Francavilla della stagione passata, che invece non hanno superato l’esame. No, meglio la C2. Disputata con dignità e, magari, in economia. Nel rispetto della dimensione delle realtà di casa nostra.