giovedì 21 febbraio 2008

La prova fallita dal Gallipoli

Come non detto. Il Gallipoli aveva aperto una porta, che ha subito socchiuso. E, forse, aveva esageratamente illuso. Consegnandosi con trasparenza alla lotta per la leadership. Che, sia chiaro, continua, malgrado il rovescio scabroso di San Giovanni Valdarno: soprattutto perché la crisi si impossessa della Salernitana. Aveva illuso e aveva volato: alto. Conquistando il passo sicuro anche lontano da casa: non più di quindici giorni prima. Attendendo tuttavia con ansia una prova della definitiva maturità raggiunta. Prova fallita, proprio domenica scorsa. E raccolta con stizza da Barba, il suo presidente: sconfitto dalla passione che arde e graffiante nelle parole. Che si acquieteranno appena smaltita la rabbia. Ma il naufragio toscano, se non compromette il futuro, rilancia i dubbi sul profilo caratteriale della formazione di Bonetti, smontata da un avversario disperato e dalle sue stesse fibrillazioni nervose (si chiude in nove contro undici, a fronte di due cartellini rossi). Proprio Bonetti, intanto, contesta le voci sotterranee e rivendica il pieno controllo della situazione e della squadra, così come la bontà della tenuta atletica dei suoi uomini. Oggi, però, c’è un nuovo nemico, sulla strada del Gallipoli: una pressione più grande, alimentata dalle circostanze di classifica e da un appetito ingigantitosi quasi all’improvviso. Con il quale è difficile patteggiare. Un appetito che si è impadronito e continuerà a impadronirsi anche di Barba. Soprattutto di Barba. Che difficilmente perdonerà ancora esitazioni e disagi. E, allora, i chiarimenti nel chiuso dello spogliatoio, come quello di ieri, non basteranno.