lunedì 18 febbraio 2008

L'altro Bari

L’altro Bari è quello dei tre successi consecutivi, dei nove punti in una settimana, della dignità recuperata, della serenità riabbracciata, della fiducia riacquisita, delle motivazioni blindate, dei suoi protagonisti riscoperti. Prendete Santoruvo: voleva espatriare, è rimasto. Veniva contestato, ora è un punto di riferimento: della squadra, del prossimo futuro. Si era intristito, adesso segna. Puntualmente. E, oltre tutto, gol pesanti, perché decisivi. Anche a Ravenna, timbrando il due a uno. L’altro Bari è quello che viaggia sull’onda dell’entusiasmo. Sconosciuto, sino a poche settimane fa. Ma l’entusiasmo non si trova per caso: occorre cercarselo, costruirselo. Forse è questo il merito fondamentale di Conte, il nuovo nocchiero. O forse no: perché l’entusiasmo si accoda ai risultati. E i risultati arrivano soprattutto con il lavoro. E con le prestazioni dei singoli. Quelle di Lanzafame, rampante di qualità. O di Kamata: uno arrivato a gennaio, che ha dotato la squadra di corsa e accelerazioni, ma anche di fantasia. Un ingrediente che, al Bari, mancava: insieme ad altri, per la verità. Però, l’aria è cambiata. Forse è questo uno dei segreti. Sempre che esista un segreto. E sempre che il Bari non riesca, ancora una volta, a distruggere i progressi compiuti. In nome di quell’autolesionismo che, negli ultimi tempi, l’ha marchiato, deviato, condizionato, accompagnato. Preferiremmo attendere ancora un po’, prima di fidarci completamente. Ma, intanto, l’ambiente comincia a pensare positivo. L’ultima volta, è accaduto la scorsa estate. Ma non è servito. O, più semplicemente, non è bastato. Ora, sì, l’atmosfera è diversa. E’ necessario lasciarla durare.