lunedì 17 marzo 2008

I problemi del Fasano restano

L’ultima versione del Fasano è vicina alla precedente: l’atteggiamento è morbido e remissivo, le idee si confondono, l’involuzione tattica e mentale si ramifica. E le imperfezioni di giornata (questa volta Fortunato battezza alto un pallone che si infila alle sue spalle) cercano di amplificare i meriti dell’Ischia, che si ritrova a condurre un match affaticato. Il calcio anticipato al sabato non sembra premiare le rettifiche della settimana (dimissioni di Pettinicchio, squadra affidata a Danilo Rufini, nel doppio ruolo di caudillo sul campo e di coach). E riesce a scollare ancora di più il rapporto tra tifoseria e società (uno striscione appeso sugli spalti e molti cori sono eloquenti). La reazione, però, è più convinta che in certi angoli del passato più o meno recente. E arriva il primo pareggio e, quindi, la seconda rincorsa al risultato minimo. Che non aggiusta troppo la classifica. Va bene, c’è la rabbia. Spunta anche un pizzico di orgoglio. E Rufini, a fine gara, si dice pronto a digrignare i denti e a lottare. Ma la sensazione è che proprio Rufini, per poter leggere la gara e guidare la squadra, debba limitarsi alle operazioni di filtro, rinunciando a proporre qualcosa in una linea mediana che necessita, invece, di personalità. Che il leader possiede. E, allora, i problemi restano. E il lavoro per annientarli è duro.