lunedì 10 marzo 2008

Il punto che può bastare

Un punto può bastare, deve bastare. Se, di fronte, c’è il Bologna.E non un avversario qualsiasi. E se il gol, per una volta, non arriva proprio. Anche se il passo del Lecce rallenta. Come rallenta quello del Pisa, ad esempio. L’ultima di campionato non sorride alla formazione di Papadopulo, ma non la mortifica neppure. Promuovendo, di fatto, l’Albinoleffe, il Chievo e il Brescia, che ha liofilizzato il disavanzo di un tempo. Del resto, tante concorrenti dal rendimento alto non si vedevano da un po’, in serie B. Anzi, l’eccezionalità del caso è invadente. E l’unica contromisura seria al problema, per chiunque, resta la regolarità. Che il Lecce ancora possiede. Si va avanti, allora: e la battaglia si fa sempre più tesa. Il compito sempre più faticoso. La tifoseria, peraltro, dovrebbe averlo capito e si sta adeguando, percependo e apprezzando gli sforzi dei protagonisti del campo. Settimana dopo settimana. Anche perché il Lecce c’è sempre e crede in se stesso: al di là di quello che potrà accadere da qui in avanti. Ma, comunque vada, se non arriverà la promozione diretta (non è un’ipotesi avventurosa, ma possibile) i playoff non saranno un’infamia o un insuccesso. Chiarirlo e stabilirlo sin da ora non è una testimonianza di debolezza, di sazietà o di paura, ma un tributo al buon senso.