lunedì 31 marzo 2008

E se il Lecce fosse stanco?

Ancora quattro punti sotto. Sotto la soglia attuale della promozione diretta. Cioè dal Bologna, che in classifica segue il Chievo. Complessivamente, il Lecce può rallegrarsene. Sfruttando, è chiaro, l’esitazione finale dei felsinei, che impattano proprio in chiusura il match di Ascoli, praticamente già vinto. Quattro punti invece di sei, molto meglio così. Però, il Lecce di Grosseto è una squadra un po’ seduta. Non svogliata, ma acquietata. La prestazione imperfetta, tuttavia, lascia pensare e preoccupa: proprio adesso, quando sta per cominciare la corsa decisiva. No, quello di Grosseto non è il Lecce affamato a cui ci siamo abituati. E non è la formazione che si issa sul proprio potenziale balistico, largamente e puntualmente incensato sin qui. E’ un collettivo, invece, che non spinge, che non insiste, che deve accontentarsi del minimo (e il pari, faticoso, è oltre tutto frutto di un’autorete toscana). Sì, può essere solo un momento, un momento arduo. E la serie B, da sempre, offre spazio a chiunque, sino alla fine: l’augurio, comunque, è che la gente di Papadopulo non arrivi stanca al rush di primavera. Sarebbe grave, imperdonabile. Proprio ora, no.