venerdì 21 marzo 2008

La protesta e la solidarietà

La protesta stizzita e vibrante di Attimonelli, principale responsabile del calcio ad Andria, si assicura i riflessi mediatici e un po’ di solidarietà: anche quella del primo cittadino, al quale – provocatoriamente – il presidente aveva lasciato le chiavi del club sùbito dopo il pareggio nel quasiderby di Melfi, disturbato da diverse decisioni arbitrali niente affatto condivise. Che poi sono il pretesto delle dimissioni fittizie, praticamente cancellate da qualche ora di maggior lucidità e dal buon senso. Utili, tuttavia, a stringere – in nome del concetto di apparetenenza, così caro alla gente, e della complicità emozionale – la tifoseria e l’ambiente tutto attorno alla squadra di Palumbo. Che, al di là dei supposti giochi di potere e di un organico che teoricamente autorizzerebbe a non soffrire, non riesce a sganciarsi ancora dal girone infernale dei playout. Cioè, un po’ di polvere, certe volte, non guasta. Perché raccoglie i consensi della piazza, fortificandola e caricandola, deviando – magari per qualche tempo – la critica e le critiche. Malgrado, va detto, in Lucania l’Andria non sia dispiaciuta. Anzi. Ovvio, però, che la polvere delle parole e delle accuse (anche forti), pur sollevando il problema (gli arbitraggi ripetutamente ostili), non lo risolvono: quando urlano tutti o quasi tutti, le grida si perdono nel nulla. E’ storia. Restano, piuttosto, le preoccupazioni. Da lenire, perché no, sabato: si torna sul campo di casa e c’è il Cassino. E, forse, Palumbo si gioca più di qualcosa. Anche a titolo personale.