lunedì 24 marzo 2008

La combine secondo Capuano

Ezio Capuano ama parlare. E non si preoccupa di sparlare, se lo ritiene opportuno. E, comunque, riesce spesso a esprimere quel che pensa. Anche se il suo pensiero può disturbare. Talvolta, oltrepassa la misura. Ed emerge il personaggio vero: leggermente diverso da quello che si sforza di apparire. Ma il carattere è quello. E può non piacere. O non piacere del tutto. Il trainer della Juve Stabia, alla sfida (persa) contro il Taranto ci teneva: per la classifica, ma anche a titolo strettamente personale. Il passato è passato, ma non cancellato. In fondo al match, denuncia un supposta combine tra il club bimare e il direttore di gara, che annulla in pieno recupero il pareggio campano, non apparso effettivamente limpido e regolare. E aggiunge di sapere qualcosa. Qualcosa di losco, ovviamente. Rabbia del novantesimo a parte, se davvero sa, è bene che continui a parlare, fornendo cognomi ed eventuali situazioni. Perché la semplice protesta è già abbondantemente superata. Intanto, riteniamo che il Taranto non abbia gradito. E, nel contempo, commemorato un successo che lo rilancia (o che dovrebbe rilanciarlo) in area playoff (ma la squadra possiede il temperamento per ripetersi e arrivare al rush finale con le prospettive intatte? Onestamente, nutriamo dei dubbi). Benedicendo, ovviamente, l’equilibrio del campionato: pensate, la Salernitana - capolista da sempre o quasi - viaggia solo sei punti avanti, così come l’Ancona. Le accuse forti di Capuano, però, probabilmente priveranno il clan di Cari di qualche sorriso, pur non modificando la sostanza delle cose. Anche perché, del Taranto, potremmo scrivere pagine intere, spigolando su mille argomenti, non tutti propriamente edificanti. Ma il Taranto, ne siamo certi, non possiede molto credito nel Palazzo del calcio. Anzi. E non riscuote neppure troppe simpatie: inutile spiegare le motivazioni. Dunque, non crediamo né a complotti, né a favori. Pur sapendo che, nel pallone di questo Paese, il malaffare viaggia spedito. Tuttavia, Capuano sembrava sicuro, davanti ai microfoni. Ne apprezziamo il coraggio: ma, adesso, continui a raccontarci.