mercoledì 12 marzo 2008

Il Fasano gira pagina

La collaborazione tra Giacomo Pettinicchio e il Fasano ha vacillato e resistito più volte. Subendo e respingendo gli assalti di troppe partite spente e sofferenti, di una tifoseria mai pienamente convinta sulla bontà delle argomentazioni della squadra, di una classifica perennemente sistemata ai limiti del rischio. Alla fine, però, il rapporto si è spezzato: è bastato scivolare anche in casa del Venosa, che è oggettivamente tra le formazioni più modeste del girone H di serie D. E confermare gli ultimi regressi: dal punto di vista tecnico, tattico e comportamentale. Del resto, il Fasano di questi tempi ha fallito sistematicamente l’approccio al match, smarrendo la mentalità, concedendosi all’avversario con grazia eccessiva. Quanto basta per essere riassorbito dal magma del quartiere dei playout. Di più: è opinione largamente comune, ormai, che la truppa avesse smemorizzato i concetti del tecnico tarantino. Che non seguisse più il trainer. Vero o falso, Pettinicchio ha preferito rinunciare all’incarico: una decisione che, al di là dei torti e delle ragioni, produce onore a chi l’assume. E che la società ha immediatamente sottoscritto. Proponendo la panchina a Rufini, il giocatore più rappresentativo. Ma dopo aver difeso, in passato, il proprio dipendente: anche con coraggio, sfidando l’impopolarità. Questa volta, invece, è andata diversamente. Perché le valutazioni, nel frattempo, si sono modificate. Oppure perché l’alone del timore si è allargato. Penetrando nel cuore e nella mente.