sabato 29 marzo 2008

L'esperienza consiglia

Gigi Blasi, adesso, utilizza parole più sobrie. E non si sbilancia più. Né argomenta apertamente di promozione e dintorni. Anche se il Taranto, improvvisamente, torna a competere per i playoff. E non solo, considerando i numeri e la classifica. Sfruttando, peraltro, le cortesie diffuse della concorrenza, dichiaratamente indecisa nelle operazioni finali d’assalto alle postazioni migliori. Il presidente fa sapere di non sognare più: delegando il piacere di farlo alla tifoseria. Tradendo, forse, l’antico motto: la B a giugno. In un modo (vittoria secca del campionato) o nell’altro (appendice degli spareggi). Ma dimostrando di aver imparato che viaggiare a fari spenti, nel calcio, è molto meglio. Oppure, certificando di non nutrire più eccessiva fiducia nella squadra. Una squadra che smentisce se stessa, nel bene e nel male, troppo spesso. E con rapidità imbarazzante. Una squadra che continua a esprimersi con riserve e che poi si rialza con forza, afflosciandosi sùbito dopo. Che continua a vivere dell’iniziativa dei singoli e che, talvolta, smarrisce le coordinate che dovrebbero animare un collettivo. Una squadra che non ha ancora assorbito un modulo duraturo, fluttuando da un’ipotesi all’altra: sorreggendosi su un camaleontismo che può costituire un vantaggio (la duttilità tattica è una dote), ma che può anche disorientare (i punti di riferimento, sul campo, servono). Una squadra che, se osa, ottiene e che, quando decide di osare, si arena. Che si perde di fronte alla benevolenza del pronostico e che, invece, si esalta nella difficoltà. Una squadra, il Taranto, che deve ancora capire se è destinata ad essere, oppure soltanto a comparire. E che però è lì, vicina alle più forti. Malgrado un campionato strano, discontinuo, anonimo. Ma che la formazione di Cari non ha ancora impregnato di sé. Intanto, Blasi non si sbilancia più. L’esperienza consiglia sempre.