venerdì 18 aprile 2008

Il Taranto che non conoscevamo

Convivono dettagli non trascurabili dietro la lievitazione rassicurante del Taranto che aspira dichiaratamente ad un piazzamento importante all’interno della griglia dei playoff. E che, se non fosse inciampato nelle intemperanze della sua stessa gente prima, durante e dopo la gara di andata contro la Massese, potrebbe seriamente puntare alla promozione diretta. Per esempio, la squadra gestita da Cari sembra essersi liberata di quell’umoralità destabilizzante, di quell’istintività dannosa che, spesso, in passato, l’aveva resa un po’ anarchica. Traducendo, il Taranto potrebbe aver assimilato qualche insegnamento: ora sa anche calcolare, misurare, controllare. Cioè governare la situazione, con freddezza. Il successo ottenuto sulla Lucchese dice (o conferma) anche questo. E dice pure che il Taranto, finalmente, ha cominciato a leggere ogni partita. Non solo spunti isolati e schizzi di calcio: ora si intravede pure la sostanza, il mestiere, il progetto. Requisiti giunti lentamente, faticosamente. Ma arrivati: meglio tardi che mai.