sabato 12 aprile 2008

Le occasioni (perdute) del Brindisi

«Vergogna». L’intervento duro di Simone Pietroforte, diesse del Brindisi, coinvolge la squadra (franata pure a Somma Vesuviana) e anche se stesso. Che della squadra, revisionata in corsa, è il costruttore. «Vergogna». Perché perdere si può. Ma perdere così, senza ribellarsi all’avversario, è incomprensibile. E frustrante. Perché rinunciare persino ai playoff (il Brindisi, attualmente, è di nuovo fuori dalla porta) è infamante: per i nomi e i cognomi ai quali può affidarsi Silva, tecnico che si è presentato bene, ma che – alla distanza – non è riuscito a corazzare e incattivire un organico ancora inaffidabile, troppo spesso sfilacciato, molto spesso svagato. «Vergogna». Perché Pietroforte altro non può commentare. Prima di comunicare ai giocatori chel’erogazione degli stipendi è sospesa. Perché il presidente Barretta è infuriato. E con la squadra non vuol più dialogare. Quella squadra sempre sul punto di esplodere e poi immancabilmente denigrata dai risultati e dalle prestazioni,.che non sa decollare. E che sta sperperando quelle possibilità di costituire le fondamenta del Brindisi che verrà, quello del prossimo torneo. Il Brindisi che vuole la C e che dovrà ritentare il salto. Il Brindisi che avrebbe dovuto continuare a essere quello di Silva, a cui sembrava legato un progetto. Progetto ora destinato, si dice, ad abbinarsi ad un altro nocchiero: già si parla di Chiancone, uno che, in Puglia, ha già vinto. Precisamente, a Martina: promozione dalla C2 alla C1. E, al suo fianco, quella volta, c’era Pietroforte.