martedì 29 aprile 2008

Manfredonia, serenità e coraggio

I conteggi erano esatti: con le difficoltà diffuse e irrisolte, le incertezze puntuali (due pareggi recenti a domicilio, maturati avventurosamente), il morale acciaccato, il vigore ultimamente ritrovato dagli avversari di sempre e il calendario che premeva minaccioso (due trasferte insidiosissime e uno scontro diretto – domenica prossima, contro il Verona - sul terreno amico), il Manfredonia appariva oggettivamente il candidato principale alla retrocessione diretta: quella che non passa per l’uscio dei playout. Al di là di ogni lodevole ottimismo. La sconfitta di Sassuolo, oltre a consegnare i modenesi alla serie B, sembra affossare i dauni: che, per continuare a sperare nella salvezza, dovranno necessariamente vincere, tra cinque giorni. Con un paio di gol di disavanzo. Senza, così, dover attendere il responso del match in cui la Paganese, uscita felice dal campo di Cava dei Tirreni, affronterà il Cittadella. E senza dipendere neppure dal Lecco, impegnato dalla Cremonese. Impresa niente affatto agevole, dunque. Le pecche caratteriali dell’organico affidato a Pensabene non avrebbero potuto solleticare speranze migliori, del resto. E l’impostazione del lavoro societario ammettevano, sin dall’inizio, la possibilità di un incrocio di rischi, puntualmente avveratosi. Come a metà del cammino, però, non ci permettiamo di aggredire le finalità del progetto giovane di Pavone. Un progetto ancora degno di rispetto: non abbiamo cambiato idea. Anche se, pensandoci bene, un paio di pedine di sicura esperienza, innestate sin dall’inizio, avrebbero potuto fronteggiare qualche situazione delicata. Ovvio, non esiste una controprova, ma solo una sensazione. E una realtà che andrà affrontata con coraggio e serenità: domenica prossima, sul campo. E, eventualmente, da lunedì: tra consuntivi e nuovi preventivi.