giovedì 24 aprile 2008

Il Martina e l'escamotage all'italiana

La possibilità di evitare la retrocessione diretta già metabolizzata e di riagganciare contestualmente i misteri dei playoff svanisce tra la delusione. Comprensibile. Il Martina, adesso, è davvero in C2. Non gli basta la penalizzazione (otto punti) comminata dalla Commissione Disciplinare al Lanciano per imperfezioni documentali all’atto dell’iscrizione estiva al campionato tuttora in corso. Sarebbe servita, piuttosto, una pena più severa, quella che anche in Abruzo si attendevano: la rimozione coatta all’ulimo posto. E solo quella. Invece, la speranza sgombra a vantaggio della realtà. Il club di via D’Annunzio dovrà necessariamente farsene una ragione. E incontrare la volontà di ripartire. Perché non sempre ci si può affidare ai problemi altrui. Una cosa, però, non quadra: il Lanciano è riconosciuto colpevole (c’è la penalizzazione, appunto) di aver prodotto carte false per ottenere il passaporto ad un torneo che, altrimenti, gli sarebbe stato negato. Scongiurando, di fatto, il pericolo dell’estinzione o, nel migliore dei casi, dell’inserimento in una categoria inferiore. Come da regolamento. Approfittando compiutamente, dunque, del suo comportamento fraudolento. Senza del quale, va ribadito, non avrebbe potuto partecipare a questa C1. E, per questo, è stato condannato: con un provvedimento, però, che sa di compromesso forzato. L’unica pena comprensibile sarebbe stata una sanzione diciamo pure retroattiva. Il Lanciano avrebbe dovuto rinunciare a quanto ottenuto artatamente, ingiustamente. Punto e basta. Pagando sino in fondo. Il precedente, così, è creato: dunque, da qui in avanti, potrà liberamente presentare documentazioni taroccate. L’iscrizione al campionato sarà garantita. Poi, sarà sufficiente pagare un tributo minimo: che, magari, comprometterà il cammino, ma che non lo escluderà. E’ il classico escamotage all’italiana. Un vero e proprio caso di condono. Il Martina, allora, può legittimamente ritenersi offeso. E anche defraudato. E non solo il Martina: ma il calcio tutto.